Corso di Canoa – fase 2 Laghetto

Dopo le lezioni teoriche dello scorso autunno sulla conduzione della canoa canadese e del kayak, sull’idrodinamica del fiume, sugli elementi di una canoa e sulle operazioni di sicurezza per il recupero dell’eventuale ribaltamento, è giunto il momento del test in acqua. Per due giorni i ragazzi del Clan di Soncino si sono sperimentati nel Laghetto dell’Insortello con il Maestro di Canoa professionista Jonny Lanfredi.

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Una delle massime di Baden Powell, fondatore del movimento scout, era “guida da te la tua canoa” (in coda al post il testo integrale), ed era una metafora con la quale approcciare la vita.
Dare corpo alle parole, ai sogni ed alle metafore è uno dei tanti compiti dello scoutismo. E così con l’entusiasmo del Clan (grazie alle canoe donateci dal Gruppo Scout Cremona2) ed al progetto Scout the River con il quale abbiamo potuto acquisire tutte le dotazioni di sicurezza (caschi, giubbotti, pagaie, corde, mappe) eccoci alle prese con la conduzione in autonomia delle Canoe Canadesi e dei Kayak.

Anche se condurre una Canoa ed un Kayak sembra semplice, andare correttamente e con consapevolezza in canoa non è una passeggiata. Scendere lungo il corso di un fiume richiede un’attenta preparazione, contro il dilettantismo che poi crea incidenti. Riuscire a governare correttamente e senza errori la pagaiata fa la differenza sullo sforzo muscolare delle braccia, evitando inutili infiammazioni.
E’ per queste ragioni che abbiamo deciso di affidarci ad un professionista: a Jonny che da ottobre ci sta seguendo con passione ed attenzione, insieme a Tomas che lo supportava nelle indicazioni in acqua.

Finché si è su un kayak (singolo) si è responsabili solo di se stessi con la pagaia doppia che permette di muoversi con agilità in acqua, ma quando si sale su una Canoa Canadese (doppia o tripla) il gioco cambia totalmente. Non si è più responsabili solo di se stessi ma anche di tutto l’equipaggio ed il ruolo più difficile è quello del timoniere, chi sta dietro.
Sulle canadesi si abbandonano le pagaie (doppie) e si utilizzano i remi (singoli), la forza di propulsione controllata da ciascun membro dell’equipaggio si riduce alla metà e così l’empatia che si deve sviluppare, tra i due o tre passeggeri, deve essere totale. Il timoniere, con un gesto del remo alla fine della pagaiata, indica la direzione mentre chi sta a prua deve compensare la direzione e dare spinta alla canoa.
Dopo qualche criticità iniziale l’empatia (propria del Clan) ha permesso agilmente la comprensione del meccanismo e così i ragazzi si sono sperimentati per un’intera mattina nella conduzione delle canoe, con percorsi a slalon tra le boe, giri del lago e cambi di posizione.

Per capire quanto sia perfetto il luogo dove abbiamo la sede fluviale (la Colonia) basta guardare questa mappa, ad un passo dal fiume a 600 metri da questo Laghetto, così in uno spazio limitato ci si può testare in acqua ferma ed in acqua mossa, iniziando a capire come muoversi autonomamente in ambiente acquatico. La fase 3 del corso prevedrà l’approccio al fiume ed una discesa da Soncino a Barco.

Un’esperienza decisamente positiva che sviluppa le competenze tecniche del Clan, fa apprezzare la bellezza dell’ambiente soncinese e molta empatia all’interno del gruppo.

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Guida da te la tua canoa

“Quando, da ragazzo, cominci il viaggio della vita, sei naturalmente portato a pensare di essere solo uno tra tanti, e a credere quindi che la cosa migliore da fare sia seguire la maggioranza. Questo modo di pensare è completamente sbagliato. Ricorda che tu sei tu. Sei tu che devi vivere la tua vita e, se vuoi riuscire a raggiungere la felicità, devi essere tu a guadagnartela. Nessun altro può farlo per te. E, nel viaggio della vita, devi spingere la tua canoa con la pagaia, non remare come in una barca. La differenza è che, nel primo caso, tu guardi davanti a te e vai sempre avanti, mentre nel secondo caso non puoi guardare dove vai, ma devi affidarti ad altri che reggono il timone, col risultato che puoi cozzare contro qualche scoglio prima di rendertene conto. Molta gente tenta di remare attraverso la vita in questo modo. Altri ancora preferiscono una navigazione passiva, facendosi trasportare dal vento della fortuna o dalla corrente del caso: è più comodo che remare, ma è ugualmente pericoloso. Io preferisco uno che guardi davanti a sé e sappia condurre la sua canoa, cioè si apra da solo la propria strada. Guida da te la tua canoa, non contare sull’aiuto degli altri. Stai partendo dal ruscello della fanciullezza per un viaggio avventuroso; di lì passerai nel fiume dell’adolescenza; poi sboccerai nell’oceano della virilità, per arrivare al porto che vuoi raggiungere. Sulla tua rotta incontrerai difficoltà e pericoli, banchi di nebbia e tempeste. Ma, senza avventure, la vita sarebbe terribilmente monotona. Se saprai manovrare con attenzione, navigando con fedeltà ed allegra tenacia, non c’è motivo per cui il tuo viaggio non debba essere un completo successo, per piccolo che fosse il ruscello da cui un giorno sei partito.”

Baden Powell (B.-P.)
La Strada verso il Successo, 1960

Photo, Matteo Bonali 

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